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Il recupero sostenibile dell’impresa in crisi

Piani di risanamento, accordi di ristrutturazione e concordati preventivi consentono di salvaguardare il patrimonio aziendale, agevolando un’efficace ristrutturazione del debito. L’esperienza di Vittorio Buonaguidi partner dello Studio Battagliese e Buonaguidi Erika Facciolla
Gestire la crisi, ottimizzare le risorse di un’azienda, promuovere un processo di ristrutturazione aziendale fondato su uno studio di fattibilità e un’analisi preliminare seria e puntuale: sono queste le prerogative dei professionisti e degli studi legali che mettono a disposizione delle aziende in difficoltà tutto il loro know-how per superare i momenti di crisi economica.
E mai come negli ultimi anni queste figure sono diventare cruciali per la sopravvivenza di molte attività e di imprenditori duramente colpiti dalla congiuntura economica negativa. In tale ottica è essenziale che il consulente legale sappia porsi come una figura di sostegno e riferimento, forte della sua esperienza nel settore e della capacità di fornire soluzioni immediate ed efficaci, sviluppate intorno alle peculiarità del committente. Forte della già consolidata esperienza maturata nei dieci anni di collaborazione tra gli avvocati Guido Battagliese e Vittorio Buonaguidi, lo studio oggi si colloca in un più alto placements. A mercato, grazie al potenziamento dei contatti internazionali e di importanti partnership.
Lo studio legale Battagliese Buonaguidi coniuga il costante intervento dei namepartners nella gestione e nella cura del cliente, con un’assistenza disegnata su misura. Un trend in continua ascesa che conferma la strategia vincente perseguita dai soci fondatori. Ne parliamo con l’avvocato Vittorio Buonaguidi.

In un mercato in crisi come quello attuale, come si sostanzia l’offerta di consulenza legale all’impresa?
«In stato di crisi, l’impresa necessita di una rinnovata guida. E dunque la distruzione di valore del capitale economico, quale anticamera di una successiva perdita strutturale della capacità di reddito, a spingere l’imprenditore verso l’assistenza di professionisti qualificati ed esperti, i quali, di fronte a crescenti flussi negativi, carenza di cassa e perdita di credito, ritrovano la fiducia del mercato attraverso interventi di corporate restructuring».

In tal senso, che tipo di assistenza-consulenza è in grado di offrire lo studio?
«Lo studio offre un’attività specializzata di consulenza, in grado di accompagnare l’impresa nel percorso di superamento della crisi, affiancando “chi è al comando” nel processo di ristrutturazione e riorganizzazione aziendale. Importanti operazioni di salvataggio sono state agevolate grazie al sapiente impiego degli strumenti previsti dal diritto fallimentare, ancora poco usati nella pratica, quali piani di risanamento, accordi di ristrutturazione del debito, concordati preventivi».

Quali sono i fattori scatenanti della crisi?
«La vera criticità è saper distinguere i veri fattori causali dagli effetti generati. L’incapacità di adeguarsi al cambiamento e la carenza del sistema di controllo gestionale e finanziario sono le criticità più diffuse. Un’eccessiva espansione non supportata da una corretta strategia di crescita nel medio-lungo periodo, la non competitività dei costi, una scorretta gestione del capitale circolante commerciale sono cause aggiuntive che acuiscono la crisi in presenza di forti discontinuità nella domanda del mercato, di una più accentuata concorrenza in termini di prodotti e prezzi di vendita, nonché di un avanzamento tecnologico continuo».

Dunque, come può essere supportato concretamente l’imprenditore in questo percorso?
«La difficoltà dell’imprenditore nel riuscire a individuare la reale causa del declino aziendale può essere risolta dal professionista proprio perché in grado di cogliere i punti deboli dell’azienda, coniugando
esperienza e competenze tecniche, al fine di scegliere il mezzo giuridico più idoneo per adattarlo su misura al caso concreto».

Il tema del restructuring è quanto mai centrale. Quali sono le prime operazioni da eseguire?
«Un’azienda in crisi ha sostanzialmente due alternative: il turnaround o l’insolvenza con esiti liquidatori. Noi lavoriamo con l’obiettivo primario di recuperare l’impresa in modo sostenibile nel tempo, quale risultato di un ritorno alla creazione strutturale di valore, grazie a una strategia difendibile e realistica».

Su che cosa è fondata, nel concreto, tale strategia?
«La duttilità dei mezzi giuridici a disposizione introdotti dal susseguirsi delle riforme delle procedure concorsuali – piani di risanamento, accordi di ristrutturazione, concordati preventivi – in aggiunta alle tradizionali operazioni di fusione e acquisizione, nonché agli istituti negoziali innovativi, di applicazione complementare o alternativa (come ad esempio il trust), consentono di salvaguardare il patrimonio aziendale, agevolando un’efficace ristrutturazione del debito».

Ma come si giunge effettivamente a questo risultato e sulla base di quali studi preliminari?
«Al risultato si giunge attraverso un percorso progressivo, cadenzato da poche fasi ben definite. L’intervento professionale non può che avere inizio da un’accurata diagnosi dell’azienda, rapida, ma non precipitosa, e da un esame della consistenza patrimoniale dell’impresa e delle prospettive economiche e finanziarie in modo da individuare le aree di intervento, già definendo le linee generali di un piano di risanamento con valutazione della relativa fattibilità».

Che tipo di piani di sviluppo suggerisce, generalmente, un simile approccio?
«I possibili sviluppi possono poi variare, spaziando da programmi più semplici di business transformation a quelli più complessi di ristrutturazione vera e propria, le cui componenti essenziali si riconoscono nell’attuazione di misure di stabilizzazione immediata, nella riorganizzazione societaria e del management, nell’acquisizione del sostegno degli stakeholders, nella focalizzazione strategica accompagnata dalla riforma del sistema dei controlli gestionali e finanziari, cui fa seguito, come logico sviluppo un cambiamento organizzativo».
In caso di cambiamento drastico della vita di un’impresa, la gestione delie risorse umane rappresenta il nodo più complesso da sciogliere.
«La discontinuità per un’azienda in distress è importante per riottenere fiducia e non può prescindere da una revisione generale del perimetro societario ai fini di una massima semplificazione, attraverso interventi per ridurre costo del lavoro ed eventualmente organici, con l’utilizzo di ammortizzatori sociali, le cui implicazioni negative, anche per l’azienda, non devono peraltro essere sottovalutate. Il rischio è infatti quello di dar luogo a riduzioni disordinate, specie in aree di attività nelle quali la forza lavoro andrebbe invece potenziata. L’introduzione di un sistema di valutazione e di sviluppo del personale, soprattutto nella fase di rilancio dell’impresa, accompagnato da un adeguamento del sistema dei compensi, sono inoltre i punti chiave nella gestione delle risorse umane».

Che tipo di doti etiche e professionali deve dimostrare di possedere l’avvocato nei con-fronti dell’impresa in crisi?
«L’etica professionale è un imperativo che in tale contesto è buon uso ricordare. Le qualità richieste al professionista sono lucidità, realismo, spirito creativo, sensibilità verso l’uso calibrato delle risorse disponibili, capacità negoziale, flessibilità e al contempo fermezza nelle decisioni, così da permettere all’imprenditore di beneficiare di un rassicurante riferimento».

Cosa deve dimostrare il consulente legale per conquistare subito la fiducia dei referenti aziendali?
«È evidente come lo sforzo principale del consulente legale sia quello di coniugare le proprie competenze giuridiche con i profili tipici della realtà aziendale, aggiornando la propria formazione così da sviluppare expertise maturata, senza perdere di vista il core della professione forense. In tale scenario lo studio si dimostra preparato per affrontare con qualità ed efficienza la molteplicità degli aspetti che coinvolgono l’impresa, particolarmente vulnerabile nei periodi di difficoltà, diversificando le proprie competenze con l’ausilio di importanti bestfriends, specializzati nell’economia aziendale, nonché nell’audit economico-fìnanziaria».

Quali sono gli obiettivi futuri che lo studio Battagliese Buonaguidi intende perseguire in futuro?
«I risultati positivi ottenuti nel ramo fallimentare e nelle ristrutturazioni del debito, accompagnati dal potenziale incremento dell’impiego dei nuovi strumenti giuridici disegnati dal legislatore, fanno prevedere imminenti sviluppi e ulteriori progressi di attività, in una prospettiva di prevenzione dell’insolvenza dell’impresa grazie al tempestivo impiego di soluzioni variamente concordate in tutto o in parte stragiudizialmente. L’appoggio di nuove risorse professionali e la valenza di link esterni recentemente creati lasciano inoltre attendere il potenziamento del know-how ad oggi acquisito».