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Sostegni per le imprese

Le norme prevedono svariate occasioni nelle quali l’azienda può chiedere un aiuto. Ecco quando, come e perché occorre muoversi e quali sono le regole da rispettare.

I piani di sviluppo sono da considerare a tutti gli effetti, una delie variabili che determinano la fattibilità tecnica, economica e finanziaria di un investimento, in quanto contengono obiettivi sociali e. di conseguenza. opportunità nell’ investimento produttivo privato. Il soggetto d’impresa deve, pertanto, conoscere in modo approfondito qual è l’importanza strategica del proprio settore o comparto produttivo di appartenenza, e valutare in quest’ottica la convenienza delie scelte aziendali. Ora, molte opportunità nascono all’interno dei Docup (documento unico di programmazione), rielaborati e in corso di approvazione (o già approvati) alla luce delle direttive dell’Agenda 2000-2006. Questo strumento di programmazione finalizzato all’ utilizzo dei fondi strutturali comunitari nell’ambito dei Programmi di iniziativa nazionale (Pin). individua vari obiettivi e alcuni di essi riguardano proprio lo sviluppo delle attività produttive manifatturiere e la commercializzazione dei prodotti. In quasi tutti i Docup è previsto un asse prioritario denominato “miglioramento della competitività delle imprese” e gli obiettivi connessi sono: miglioramento delle dotazioni di servizi alle imprese al fine di incrementare la competitività: incentivazione della diffusione della cultura imprenditoriale e reazione di nuove imprese localizzate nelle aree svantaggiate del Paese: sostegno degli investimenti delie imprese manifatturiere; stimolo allo sviluppo delle esportazioni e all’ internazionalizzazione del sistema produttivo regionale. Le linee, di intervento’ conseguenti per il raggiungimento degli obiettivi sopra indicati sono: fornire sostegno alle imprese per l’acquisizione dei servizi reali: incentivare i programmi di investimento delle imprese: sostenere gli investimenti attraverso un adeguato sistema di garanzie finanziarie; incentivare le iniziative che prevedono investimenti e ricapitalizzazioni al Sud e in determinate aree del Centro Nord: incentivare la cooperazione con Paesi in via di sviluppo, gli insediamenti commerciali all’estero, il partenariato con altri Paesi membri. L’attuazione delle misure d’intervento sopra citate, in via del tutto esemplificativa, trova riscontro nei bandi che determinano le modalità di accesso alle risorse seguenti: fondi strutturali per la formazione professionale; incentivi in con co interessi e interventi per migliorar l’accesso ai credito, sostenere i progetti dì patrimonializzazione e i processi d ristrutturazione; contributi in c/capitale ; in c/impianti per investimenti strutturai che contribuiscono allo sviluppo sia aziendale tout court, sia di tecniche e metodi innovativi in campo ambientale e tecnologico nonché al progresso di aree economicamente svantaggiate; agevolazioni fiscali e sgravi dei contributi previdenziali per programmi di incremento dell’occupazione con l’obiettivo di allargare e riqualificare la base occupazionale. Facendo seguito alle potenziali attività imprenditoriali di sviluppare con il sostegno di regolamenti finanziari agevolati in particolare indichiamo alcune delle numerose tipologie di intervento agevolato che è possibile attivare all’interno di un percorso ideale che può essere questo: iniziativa industriale formazione- professionale, inter nazionalizzazione Un programma di investimene finalizzato alia creazione di uno stabilimento industriale per la produzione del made in Italy. potrebbe essere realizzato diretta-mente dal gruppo proprietario o in alternativa, da una terza azienda. come per esempio un fornitore, in partecipazione con la medesima società Tale iniziativa potrebbe essere agevolati attraverso la legge 488/92 le cui intensità di agevolazione variano in funzione dell’ubicazione dell’iniziativa medesima. L’intensità di agevolazione più alta per le pmi, pari al 50% di Esn (equivalente: sovvenzione netta) +15% di Es (equivalente sovvenzione Sorda) – Quindi ai 6d% – e ottenibile ne ila Resone Calabria. A Sicilia, Sardegna, Basilicata, Campania e Puglia spetta il 35% Esn + 15% Esl mentre il resto d’Italia va da 20% Hsn +10% Esl all’8% Esn +10% Est. come per la regione Lombardia. Qualora l’impresa detenga, anche indirettamente, il 25% o più del capitale o dei diritti di voto di una o più imprese se occorre sommare anche valori riferiti a ogni impresa controllata. Le spese ammesse a beneficiare delle agevolazioni sono quelle relative ad acquisto di suolo aziendale (nel limite del 10% del valore dell’investimento complessivo ammissibile); a progettazione. direzione lavori e studi digradi-bilica economico-finanziaria e di valutazione dell’impatto ambientale, collaudi di legge, oneri per concessione edilizia (ii tutto nei limite del 5% del valore dell’investimento complessivo ammissibile); opere murarie e assimilate (costruzione nuovi fabbricati, ristrutturazioni e/o ampliamenti di fabbricati esistenti); infrastrutture specifiche aziendali (acquisto immobili già esistenti purché non abbiano beneficiato di altre domande di agevolazioni nei 10 anni precedenti la data di presentazione della domanda); macchinari, impianti e attrezzature, nuovi di fabbrica, relativi all’attività produttiva dell’impresa; mobili e attrezzature per ufficio; automezzi per il trasporto dei prodotti realizzati dall’impianto oggetto delle agevolazioni o strettamente necessari al ciclo produttivo; programmi informatici legati alle esigenze produttive dell’impresa; brevetti e licenze concernenti nuove tecnologie di prodotti. Il contributo in conto capitale concesso, viene erogato in due quote annuali di pari importo e alla stessa data di ogni anno se il programma di investimenti viene realizzato entro i 4 mesi dalla data di presentazione della domanda di agevolazioni, o in tre quote annuali di pari importo e alla stessa data di ogni anno: la prima tranche può essere erogata entro un mese dalla pubblicazione delle graduatorie e anche sotto forma di anticipazione, se garantita da fidejussione bancaria o assicurativa. Il finanziamento agevolato viene invece erogato, a un certo stato di avanzamento dei lavori. L’ultimazione del programma di investimenti deve avvenire non oltre ì 48 mesi dalla data di presentazione della domanda e l’impianto industriale deve entrare a regime non oltre i 24 mesi dalla data di ultimazione del programma di investimenti. Le imprese che intendono usufruire dei benefici previsti dalla legge in oggetto, non possono richiedere per i medesimi investimenti altri tipi di agevolazioni in base a leggi e normative nazionali, regionali e comunitarie. Il Fondo sociale europeo (Fse) finanzia corsi di formazione professionale rivolti sia alla qualificazione di nuove figure professionali, quindi gli operai che dovranno lavorare all’interno dei nuovo stabilimento industriale o gli impiegati impegnati in punti di vendita, sia alla riqualificazione dei dipendenti di strutture già in essere. Per quanto riguarda la riqualificazione, è possibile pianificare un corso di formazione la cui durata, come-prevede l’Fse sia compresa tra le 400 e le 700 ore complessive, mentre per i corsi di qualificazione, la durata massima normalmente ammissibile è pari a 400 ore. Al momento è possibile presentare le domande per la richiesta di intervento dell’Fse o, in alternativa, presentare un piano formativo di più ampi obiettivi e prospettive, che abbia una ricaduta multiregionale. Per quanto concerne i corsi di formazione, questi vengono finanziati con contributi in conto capitale la cui intensità oscilla tra l’80 e il 100 delle spese ritenute ammissibili nel corso medesimo; la progettazione, il coordinamento, gli oneri dì gestione e il training del corso, effettuati da professionisti esperti e qualificati nel settore; l’affitto e il noleggio di attrezzature e impianti specifici necessari per il corso; l’affitto di locali dove svolgere i corsi, la docenza degli insegnanti e il materiale didattico. Il ‘de minimis” è una regola definita dall’Ue secondo la quale gli aiuti concessi alla medesima impresa, sommati tra loro, non devono eccedere il limite di 100.000 euro relativamente al periodo di tre anni. Il massimale indicato ogni anno va considerato in rapporto ai tre anni precedenti (una volta raggiunto i] tetto massimo è possibile chiedere agevolazioni in regime de minimis negli anni successivi, sempre considerando i tre anni precedenti). Gli importi presi come base di calcolo sono comprensivi di qualsiasi aiuto pubblico accordato (esclusi gli aiuti all’esportazione che non si sommano). Altro beneficio è il raggruppamento fra imprese della stessa linea produttiva (minimo in numero di 5). anche se poi il contributo viene erogato a ogni impresa singolarmente. Il progetto deve mirare alla velocizzazione dei flussi logistici all’interno dell’impresa, deve favorire lo scambio e l’acquisizione automatica delle informazioni, creare una piattaforma per lo sviluppo di sistemi standardizzati. consentire ii monitoraggio delle varie, fasi di produzione all’interno della stessa azienda. Le spese devono essere sostenute successivamente alla data di presentazione della domanda di agevolazione e fatturate dal soggetto promotore e possono riferirsi a hardware e software, consulenze specialistiche, creazione di sistemi di ci assi dazione e ricerca dati, costi iniziali per reti e per sistemi di pagamento elettronico, formazione del personale nel limite del 30% del totale dell’investimento), spese per studi di fattibilità e/b analisi dei progetti. Il contributo viene calcolato nella misura del 60% dei costi ammessi per ciascuna azienda e i tempi dì erogazione sono abbastanza brevi (almeno nella fase di valutazione). La prossima scadenza per la presentazione di tali istanze è fissata per marzo 2002. Quasi per nulla agevolato storicamente il settore del commercio, inizia attualmente a risvegliarsi anche se non in misura rilevante. In particolare per l’apertura di nuove unità di vendita sono previsti benefici per interventi di piccola entità come per esempio sui sistemi di sicurezza per contrastare la microcriminalità (bando del comune di Milano). Al di là delle agevolazioni sul credito (finanziamenti a tassì agevolati) e quelle che prevedono incentivi fiscali (credito d’imposta), come quello derivato dalla legge 449/97 per chi effettua investimenti (acquisto di immobilizzazioni materiali, a esclusione di terreni e immobili), opportunità d’indotto si hanno nell‘apertura di franchising in quanto le agevolazioni sono previste esclusivamente per il franchise nella forma di finanziamenti a copertura totale delle spese previste e un ulteriore contributo a fondo perduto in regime de minimis. I limiti sono territoriali (aree depresse) e soggettivi (rivolti a incrementare l’occupazione). A questo quadro si deve aggiungere la normativa regionale che può prevedere ulteriori incentivi per il settore. Si ritiene doveroso nella presente disamina. per completezza espositiva, prima dì affrontare l’aspetto dell’internazionalizzazione delle aziende del settore, un intervento sia sul commercio sia sul confronto dei benefici della legge n. 488 con il credito di imposta previsto dalla Finanziaria per il 2001. La struttura logica e il funzionamento operativo della legge 488/92 si ritiene siano stati sufficientemente esplicitati dalla normativa secondaria e da interventi chiarificatori del Ministero dell’industria.

Di contro, il nuovo bonus fiscale per gli investimenti, previsto dall’articolo 8 della legge finanziaria per il 200L pur se chiaro nei suoi lineamenti di massima, appare ancora non sufficientemente definito, soprattutto in riferimento ad alcuni aspetti applicativi. A seguito dell’emanazione della circolare esplicativa n. 41/E si ritiene l’intervento senza dubbio interessante, ma la sua importanza deve essere ridimensionata rispetto alle aspettative. Ora per una nuova unità produttiva l’intervento automatico del credito d’imposta può esprimere il massimo del l’interesse: se l’investimento avviene al l’interno di una unità produttiva già esistente, l’interesse scema in maniera inversamente proporzionale all’entità degli ammortamenti. Differenze sussistono ancora per i beneficiari indicati tra tutti i soggetti titolari di reddito d’impresa, indipendentemente dalla natura giuridica assunta, localizzati nelle aree obiettivo 1 e nei comuni in deroga all’articolo 87.3.c. sono dunque escluse le imprese localizzate nell’obiettivo 2 e nel regime transitorio (phasing out) che invece vengono considerate dalla 488/92. Inoltre sono escluse le imprese in difficoltà finanziaria. L’agevolazione fiscale ha per oggetto i nuovi investimenti, realizzati dall’impresa a partire dal 13 marzo 2001 e fino a dicembre 2006 per l’acquisto di beni strumentali nuovi, materiali e immateriali, compresi quelli acquisiti tramite leasing. Non sono ammissibili i mobili e gli arredi d‘ufficio, le spese per pubblicità e avviamento. Fondamentale è la     definizione di “struttura produttiva”, in quanto, per calcolare l’agevolazione, non basta sapere il valore degli investimenti, ma a questo bisogna sottrarre gli ammortamenti relativi alla struttura produttiva in esame, e quindi, individuare l’investimento netto che è dato “dal costo complessivo dei nuovi investimenti, diminuito del costo non ammortizzato dei beni ceduti e dei beni dimessi, nonché degli ammortamenti dedotti, relativi ai beni appartenenti alla stessa struttura produttiva nella quale si effettua il nuovo investimento’’. Intendendosi per “struttura produttiva” ogni singola unità locale ubicata nei territori (suddetti), in cui si esercita l’attività d’impresa, (quindi, anche rami dì azienda). Non può in nessun caso, essere considerata autonoma struttura produttiva una mera linea di produzione o reparto pur dotato di autonomia organizzati, che costituisca parte integrante del processo produttivo di un’unità localizzata nel medesimo perimetro aziendale nel medesimo Comune. Trovato l’investimento netto, il reddito d’imposta si calcola applicando quest’ultimo le percentuali che dipendono dalla localizzazione dell’unità produttiva (sono uguali all’intensità massima degli aiuti, così come definito per la 488/92 nel Centro-Nord il parametro va dall’ 8 al 14%). Punto incerto è l’apporto di capitale la circolare specifica che l’impresa beneficiaria debba partecipare al finanziamento dell’investimento con un apporto pari almeno al 25% dell’ammontare dell’investimento stesso. In che modo si deve concretizzare tale apporto però non viene spiegato e i riferimenti deli; 488/92 sembrano incompatibili con la natura del credito d’imposta. In conclusione la programmazione delle strategie aziendali richiede una più ampia certezza del quadro normativo. La scelta sarà allargata in vista della nuova, legge Tremonti/bis. Il confronto alla fine dovrà tener conto della possibilità che dà la Tremonti di sommare le agevolazioni con la 488/92. Fiere, convegni, campagne promozionali, assistenza organizzativa e logistica sono strumenti che le imprese italiane hanno a disposizione per entrare visibilmente nel mercato estero. Incoraggiare gli scambi commerciali e i flussi di investimento, facilitare l’informazione sulle opportunità reciproche di cooperazione commerciale e industriale è la base dello strumento di sostegno per favorire l’internazionalizzazione. Esistono finanziamenti a tassi agevolati (attualmente circa l’1,9%) per programmi di penetrazione commerciale in Paesi extra Ue. Ne possono beneficiare tutte le imprese italiane che esportino beni o servizi o che abbiano un programma per realizzare un insediamento permanente nel Paese extracomunitario prescelto: uffici di rappresentanza, uffici commerciali e negozi, magazzini e depositi, sale espositive in genere, centri di assistenza. Si è sostenuti da un costo de! denaro decisamente agevolato, senza il penoso aggravio di un’ipoteca reale. L’importo finanziabile arriva a 4 miliardi di lire, formato dalle spese che si presume di sostenere nei primi due anni del progetto dal costo della struttura a quello del personale – restituibile in 7 anni di cui 2 in preammortamento nei quali si corrispondono solo gli interessi, quindi ad ampio respiro. Se non si hanno le idee abbastanza chiare sulla scelta del Paese, sulla quota di mercato, su quale strategia di marketing è meglio affrontare inizialmente, si può fare appello a finanziamenti agevolati concessi per la realizzazione di studi di prefattibilità o fattibilità o a programmi di assistenza tecnica. Cooperare con i Pvs, di cui esiste un elenco stilato dai Cipe, dà la possibilità di ricevere un contributo a fondo perduto per tutte le iniziative che coinvolgono un soggetto proponente italiano, promotore e affidatario del progetto di cooperazione, e almeno un partner dei Pvs. Sono ammissibili i progetti non aventi natura commerciale riguardanti l’assistenza tecnica-manageriale e per i quadri intermedi, all’estero e in Italia* la formazione e assistenza in materia giuridico-istituzionale, i progetti-pilota finalizzati alla promozione di accordi di collaborazione economica tra le parti per il trasferimento di tecnologia, le ristrutturazioni di imprese miste partecipate da soggetti italiani; il progetto deve coinvolgere oltre a un soggetto italiano, proponente e affidatario, anche un soggetto di uno dei Pvs, la cui autorità governativa competente dovrà rilasciare la necessaria dichiarazione di interesse alla realizzazione dell’intervento all’Ambasciata d’Italia in loco (entro il 30 aprile di ogni anno). L’importo del contributo è pari al 50% delle spese complessive ammesse con un massimale di 800 milioni di lire (413.165.52 euro) e viene liquidato dietro presentazione del rendiconto finale delle spese sostenute, accompagnato da una relazione illustrativa delle azioni svolte (e possibile richiedere un’anticipazione sui contributi pari ai 50% dello stesso). Costituire e/o partecipare a società estere (miste.) permette di beneficiare di un finanziamento agevolato (attualmente il 3%) di importo pari al 90% della quota di partecipazione dell’impresa (che deve essere pari al 51% del capitale sociale) o di minori volumi per chi non detiene la maggioranza del capitale sociale nonché l’apporto fino al 25% al capitale d’impresa se richiesto da parte di una società finanziaria. Il rimborso del finanziamento ha una durata massima di 3 anni, con un periodo di preammortamento non superiore ai 3 anni, e avviene attraverso rate posticipate semestrali. Sono inoltre riconosciute agevolazioni dei crediti all’esportazione. È possibile ottenere un contributo in conto interessi su operazioni di finanziamento di crediti all’esecrazione per forniture di origine italiana di impianti, macchinari. studi, progettazioni, lavori e servizi per importi fino all’35% della fornitura. Si sostengono in tal modo le esportazioni consentendo alle imprese esportatrici italiane di offrire agii acquirenti esteri dilazioni di pagamento a condizioni o tassi di interesse competitivi tanto più che il credito può essere concesso all’impresa italiana a fronte del credito concordato con l’acquirente estero (credito fornitore; sotto forma di anticipazione e/o sconto pro sol vendo/soluto, oppure, indirettamente all’acquirente estero (credito compratore) tramite la banca esterna che la finanzia (sono possibili anche le operazioni triangolari). Le operazioni di finanziamento hanno una durata minima dì 24 mesi fino a 5 anni. I contributi in conto interessi) sono pari alla differenza fra il tasso di interesse di mercato dovuto alla banca finanziatrice e quello stabilito per l’acquirente estero in sede Ocse. Da segnalare il Programma Jev. La fattibilità è subordinata alla costituzione di joint venture, consorzi o partnership tra le imprese appartenenti all’Ue che operano nei settori dell’industria. servizi, commercio e artigianato. Ogni impresa non può detenere più del 75% del capitale della joint venture. L‘agevolazione consiste in un contributo a fondo perduto, al massimo 100.000 euro per progetto, erogati in due fasi, prima per 50.000 euro (massimo 50% delle spese ammissibili dopo l’approvazione della richiesta da parte della commissione Ue con la presentazione della documentazione giustificativa delle spese d’ideazione e costituzione dell’iniziativa, studi di mercato, preparazione della forma giuridica e dei piano strategico), la seconda (massimo 50.000) dopo l’avvio dell’attività e la realizzazione dell’investimento. Ci si augura che in Italia presto vengano adottate ulteriori misure per rendere lo sviluppo del mercato estero sempre più accessibile e soprattutto per tutelare le imprese italiane verso i Paesi emergenti.