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Internazionalizzazione delle aziende

Le attese dell’export italo-iraniano e la tutela dell’imprenditore straniero

L’avvenuta cessazione del piano sanzionatorio cui l’Iran è stato sottoposto sino a tempi recentissimi – e, segnatamente sino al gennaio 2016 – nonché l’introduzione di molteplici forme di promozione del business pianificate a livello ministeriale e governativo, orientata all’accumulo di capitali stranieri in loco; consente al Paese di prevedere, ex multis, anche un incremento dell’export internazionale atteso intorno ai tre miliardi di Eur o che, si ver ificher ebbe in un per iodo stimato non superiore ai cinque anni. Se, con r ifer imento ai settori maggiormente competitivi – quali il settore petrolifero e delle risorse minerarie in genere, il settore dei trasporti, della difesa e delle costruzioni – si riuscisse a registrare il livello di crescita attesa, le esportazioni sarebbero destinate ad aumentare esponenzialmente di anno in anno, determinando, in questi termini, uno shock positivo successivo allo stato sanzionatorio e, rivestendo l’Iran la qualifica di indiscussa promessa dell’export italiano. Le esportazioni infatti, oltre a costituire un fruttuoso ventaglio di opportunità per le singole merci italiane- connotate dal tipico artigianato di pregio e dettaglio che ha declamato l’insuperabile rilevanza del ricercato made in Italy – rappresentano oltretutto il concretizzarsi dell’avvenuta riapertura dei traffici commerciali con Teheran – fino al 2006 pari a 7,2 miliardi di Euro – , con conseguenti floridi riflessi anche sul versante degli investimenti. In particolare l’export italiano verso l’Iran potrà contrare sul sostegno pubblico costituito da un sistema di assicurazione e agevolazione dei crediti promosse da enti assicurativi.

Possono beneficare di un sostegno di tal genere le imprese esportatrici dei settori dell’industria, del commercio, dell’artigiano e servizi in genere. Sono infatti assicurabili rischi connessi all’esportazione merci, la partecipazione a fiere e mostre di promozione all’estero, studi, progettazioni e programmi di penetrazione commerciale, con una percentuale assicurabile massima che varia tra il 90% e il 95% a seconda che si tratti di crediti fornitori o crediti più spiccatamente finanziari. A ciò aggiungasi la possibilità di ottenere finanziamenti agevolati di origine europea, emessi anche dall’Italia, volti a promuovere prodotti di origine nazionale in mercati extra UE inserendosi attraverso organizzazioni permanenti nel Paese estero di interesse.

– L’Italia infatti promuove gli investimenti all’estero per il tramite di una serie di misura fra cui occorre menzionare l’agevolazione dei finanziamenti fino ad un massimo dell’85% dell’investimento, la predisposizione di piani di rientro in sei anni, garantendo il preammortamento limitatamente agli interessi nonché fissando un interesse attuale pari allo 0,10% annuo (contributo c/interessi). –

Non soltanto, è prevista altresì la possibilità di assicurare i rischi connessi all’esportazione mediante appositi strumenti tesi a proteggere il fatturato dell’azienda dal rischio di mancato pagamento; ed in particolare, predisponendo dilazioni di pagamento da 1 a 24 mesi, prevendendo un meccanismo di conferma da parte dell’Istituto di Credito delle lettere di pagamento emesse a fronte delle esportazioni sì da assicurarsi rispetto al rischio di insolvenza della Banca estera emittente nonché offrendo la facoltà, a seguito di un’accurata selezione dei clienti, di assicurare altresì il fatturato dell’azienda. Dunque, qualora un imprenditore straniero intendesse stanziare i propri capitali in Iran, oltre alle considerevoli agevolazioni fiscali garantite dalla Free e Special Economic Zone – come diffusamente argomentato in un articolo a ciò precipuamente dedicato – l’operatore estero gode di ulteriori vantaggi correlati alle operazioni di export internazionale, di un sistema di assicurativo garantista oltre ad altri indici di fatto presenti nel Paese fra cui la competitività della forza lavoro esistente in termini di qualifiche altamente specializzate raffrontate ad un costo salariale fortemente ridotto nonché le elevate potenzialità demografiche che si traducono nell’elaborazione di un PIL – oggi pari a 393,4 miliardi di USD – atteso costantemente in crescita, il che si riflette sulla portata delle relazioni economiche commerciali, globalmente intese. È ovvio che, un imprenditore – fermo restando gli indiscussi vantaggi ampiamente esposti ed illustrati – nel momento in cui decide di intraprendere un’attività d’impresa, deve necessariamente considerare l’alea di rischio che l’investimento comporta; un’alea che, in ragione dell’internazionalità dell’investimento, sicuramente si estende. Ebbene, anche in riferimento a tale sfaccettatura è possibile ravvisare una tutela specifica accordata all’operatore straniero, garantita attraverso la creazione di adeguati strumenti di protezione ed assicurazione del credito mediante la predisposizione di strumenti finanziari pensati ad hoc per gli imprenditori stranieri che intendono investire i propri capitali all’estero. A tal proposito si annoverano strumenti di trade finance, factoring, recupero crediti, la predisposizione di un fondo di sviluppo destinato all’esportazione con un accesso privilegiato al mercato dei capitali, la predisposizione di polizze investimenti mirate a tutelare il capitale investito anche rispetto alla controparte pubblica locale, garanzie contrattuali ( ex multis, performance bond, advance payment bond, money retention bond) anche legate ai rischi propri delle costruzioni con possibilità di consulenze personalizzate – advisory – nonché contestuale affiancamento a professionisti che indirizzano le scelte imprenditoriali nelle specifiche fasi delle transazioni di interesse.

Malgrado il fatto che le sanzioni economiche contro l’Iran siano state abolite, rimangono in vigore per certi tipi di merci e servizi obblighi di notifica alle autorità italiane ed europee in caso di esportazione verso tale paese e financo, in alcuni casi, obblighi relativi alla richiesta di licenza di esportazione. Inoltre ed indipendentemente da quanto sopra si applicano poi comunque le norme europee ed italiane in materia di beni ad uso duale. Vi è insomma la necessità per le imprese italiane di effettuare adeguata compliance doganale anche in materia di export verso l’Iran. Ecco che, a conclusione di questa disaminadedicata all’internazionalizzazione delle aziende, con un focus specifico sull’Iran, occorre riassumere perché l’imprenditore straniero – e perché no, italiano – dovrebbe investire in Iran. A tale interrogativo occorre replicare con una rassegna di ragioni – in ispecie dieci – a ciò inconfutabilmente favorevoli :

1. L’Iran ha un mercato interno pari ad 80 milioni di persone con un0età media di 24 anni;

2. l’Iran possiede infrastrutture moderne e diversificate;

3. l’Iran dispone di un codice commerciale flessibile nonché non dissimile da quello italiano;

4. l’Iran è dotato di un corpus di norme a sostegno degli investimenti stranieri, a tutela dei capitali esteri e

della proprietà intellettuale;

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5. l’Iran ha principi fiscali e contabili evoluti, compatibili con quelli internazionali utilizzati dalle società

europee;

6. l’Iran applica un’aliquota fiscale ridotta pari al 20%;

7. l’Iran dispone di una manodopera altamente specializzate e competitiva;

8. l’Iran conta sui benefici previsti dalle Free Zone e Special Economic Zone;

9. l’Iran è un centro di collegamento fra Europa ed Asia;

10. l’Iran è un Paese indipendente da un punto di vista energetico.

Dieci ragioni queste che concretano l’effettiva possibilità per un’impresa di investire nel Paese, promuovendo, mediante l’interconnessione di saperi e lo scambio di conoscenze, un mercato che possa dirsi non soltanto europeo ma internazionalmente globalizzato.