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Internazionalizzazione delle aziende – parte prima

Kazakistan: le potenzialita’ del paese 

Storicamente il Kazakistan, nel panorama mondiale, viene annoverato quale sesto Paese del globo a detenere i più fruttuosi ed importanti giacimenti di risorse minerarie – basti pensare che in Kazakistan sono stati scoperti e recuperati circa sessanta dei centodieci elementi costituenti la nota Tavola Periodica – e, tale ricchezza geologica e naturale favorisce non soltanto l’interscambio commerciale con altri Paesi quanto piutto-sto incentiva le piccole e medie imprese ad implementare la presenza straniera sul territorio, mediante la costituzione di stabilimenti aziendali e succursali, soprattutto in considerazione della normativa fiscale e doganale che agevola, tanto economicamente quanto giuridicamente, i potenziali investitori stranieri. In questi termini, si giustifica l’interesse economico-commerciale destato dall’Italia la quale individua nel Ka-zakistan un partner fondamentale per lo sviluppo e l’ampliamento del business a livello internazionale, am-pliando il ruolo dell’export nostrano in loco e, per il tramite del Paese, assicurare ed incrementare la diffu-sione di beni e servizi afferenti i settori di traino dell’industria e del commercio italiano, inter alias in un’ot-tica di valorizzazione del Made in Italy brand di indiscutibile pregio, assennatamente ricercato nel Paese ove l’export si attesa al 17,6% – attraverso uno slancio alla distribuzione del medesimo in tutto lo spazio della regione centro – asiatica. Ecco che, con tale impulso alla diversificazione dell’interscambio bilaterale, in affiancamento ai tradizionali settori delle risorse minerarie e degli idrocarburi, si intende stimolare mag-giormente gli investimenti e le esportazioni, con una crescita dell’interscambio atteso fino a cinque miliardi di Euro. Al fine di raggiungere tali obiettivi di crescita esponenziale, il Governo kazaco ha predisposto una pluralità di strumenti ad hoc, precipuamente diretti ad promuovere l’investimento estero nel Paese, pia-nificando ed inserendo nell’agenda governativa la sottoscrizione e ratifica di un nuovo accordo bilaterale volto ad evitare le doppie imposizioni; nonché consentendo l’apertura in Kazakistan di desk infornativi – ex multis, quelli insediati dall’Agenzia ICE ad Almaty ed ad Astana – adibiti ad assistere l’imprenditore estero e a fornire assistenza specifica in merito alle opportunità di investimento ed ai meccanismi di penetrazione sul territorio ai fini della commercializzazione in loco. 

Orbene, oltre agli anzidetti strumenti occorre tener conto anche del canale internazionale e fieristico – esposi-tivo cui il Paese ha rivolto le proprie attese di crescita, espansione economica e commerciale con il mondo occidentale, mediante la partecipazione del Kazakistan ad un evento di indiscutibile rilievo quale l’Expo di Astana 2017, ponte figurativo tra l’esposizione milanese del 2015 e la ventura ospitata da Dubai nel 2020. Considerevoli sono stati gli investimenti governativi stanziati ai fini dell’organizzazione della rassegna internazionale ut supra, focalizzata principalmente sulle energia rinnovabili, bene primario del Paese e, diret-ta non soltanto ad accaparrarsi i flussi commerciali dell’antica via della seta, ergendosi quale crocevia econo-mico tra Cina, Russia ed Europa sì da far fronte ai costi dei progetti di sviluppo in essere; ma peraltro miran-do ad attirare visitatori stranieri, potenzialmente interessati al giro affaristico kazaco. L’evento ha infatti rac-colto plurimi consensi e clamore a fronte della partecipazione di 115 Paesi, 22 organizzazioni internazionali, per una platea di oltre 7 milioni di visitatori – fra cui numerose aziende – che hanno avuto occasione di con-frontarsi sulla produzione efficiente e razionalizzata delle energie rinnovabili in rapporto con il territorio e l’ambiente circostante in un contesto internazionale e reso ancor più stimolante trattandosi della prima espo-sizione internazionale in un Paese centro –asiatico. Il che ha reso il Kazakistan un Paese in grado di cataliz-zare le proprie mire espansionistiche, di crescita economica e di mercato facendo leva sulla propria ricchezza territoriale altamente sfruttabile con uno slancio verso le odierne e future tecnologie e, offrendo la possibilità di utilizzo delle stesse ad imprenditori stranieri in grado di stanziare ingenti capitali sul territorio ed in tal modo contribuire, direttamente, allo sviluppo economico e commerciale del Paese proteso verso una politica di interscambio globale. Ben si comprende dunque la ratio sottesa alla scelta operata dalla legislazione inter-na kazaca di attribuire, in materia di investimento estero, ad un organo statale – cd. ARKI, “Agenzia della Repubblica del Kazakistan per gli Investimenti” – un ruolo centralizzato ed apicale nel coordinare le attività poste in essere dagli organismi statali per la realizzazione di investimenti stranieri, l’elaborazione e redazio-ne di accordi, permessi e licenze speciali nonché in tema di controllo, assistenza e consulenza agli investito-ri, funzione affidata all’Istituto di “Investment Omnudsman” che, concordemente al principio del “one stop shop” supporta e affianca l’imprenditoria estera. A ciò aggiungasi una rosa di benefici doganali che preve-dono esenzioni totali e/o parziali per l’importazione di taluni prodotti specifici legati alla filiera metalmecca-nica ( quali apparecchiature, forniture di ricambio e macchinari) nonché considerevoli supporti all’investi-mento tali da raggiungere circa il 30% del valore in ordine ad attività di installazione e/o fornitura di stru-menti ed attrezzatura specificamente diretta a lavori edili e di costruzione. Parimenti l’input all’investimento è fornito altresì dall’approvvigionamento su terreni, edifici, impianti, di macchinari ed apparecchiature infor-matiche e di implementazione della produzione agricola sino a raggiungere il 30% del totale del capitale in-vestito. Oltre agli apporti in natura testè richiamati non si può prescindere dal menzionare i vantaggi, sul pia-no meramente fiscale, che lo Stato kazaco ha deciso di riconoscere all’imprenditore estero per il tramite di una rimodulazione, di maggior favore, della tassa sul reddito societario e sui terreni – entrambe cristallizzate alla percentuale nulla dello 0% per i primi dieci anni – e, quella sulla proprietà – egualmente nulla per i pri-mi 8% – relazionata a taluni progetti cui il Paese riconosce lo status di “prioritari”, ovvero realizzati in settori specifici, in aree previamente identificate e, in ogni caso di valore non inferiore a circa dodici milioni di dol-lari ( due milioni di MCI). Pertanto, in Kazakistan, sussistono talune zone economiche speciali – cd. “ZES” – aventi confini economici ben definiti ove viene applicato un regime straordinario stante l’obiettivo statale e governativo di perseguire l’esecuzione ed attuazione di attività ad hoc presenti nelle 10 Zone Economiche Speciali fra cui si annoverano Astana – New City in Astana, Innovetion Technologies Park e Khorgos – Eastern Gate nella regione di Almaty e Seaport Aktau nella regione di Mangistau. Difatti, le società ivi regi-strate, aventi attività prioritarie e il cui fatturato raggiunga almeno il 70-90% della produzione annuale ri-sultano essere totalmente esenti dal versamento di imposte – siano esse tanto di naturale patrimoniale, so-cietaria, fondiaria o sul valore aggiunto -, la merce importata è esonerata dai dazi doganali presenti nel Pae-se e, sono peraltro messi a disposizioni terreni – con un termine decennale – per la realizzazione di progetti imprenditoriali ed aziendali, rendendo in tal modo il Paese economicamente allettante. Il Kazakistan offre peraltro anche delle garanzia previste a tutela dell’investitore estero e, sancite giuridicamente dalla Legge del 2002 in materia investimenti la quale prevede un trattamento equivalente tra imprenditori esterni e non rispetto ai benefici cui gli stessi possono accedere, il riconoscimento di un indennizzo tanto in caso di stati di emergenza, eventi bellici e rivoluzionari quanto per l’eventuale nazionalizzazione operata dallo Stato. Inoltre ai sensi della summenzionata legge viene garantito all’investitore un’attività ispettiva regolamentata e non inutilmente invasiva, la facoltà dell’imprenditore straniero di esercitare un doveroso potere di discre-zionalità sull’utilizzo degli utili scaturenti dagli investimenti effettuali in loco nonché il diritto di trasferite assets e valuta proveniente dal reddito ivi realizzato. Ecco che, in un simile contesto caratterizzato da ric-chezza di risorse minerarie economicamente rilevanti, servizi a sostegno del business, tutela giuridica all’investimento, sussidi e garanzie fiscali che incentivano lo stanziamento di capitali esteri; le piccole e medie imprese occidentali sono proiettate con maggior forza ed interesse verso tale territorio centro – asia-tico mirando ad usufruire delle potenzialità di cui lo stesso dispone entro un’ottica di propositiva internazio-nalizzazione del mercato, obiettivo che si propone la Road Map for Business, nel prossimo 2020. Queste, le potenzialità economiche e commerciali di cui gode il Paese che, unitamente ad un assetto regolamentare flessibile e giuridicamente incentivante – di cui si parlerà diffusamente nel prossimo articolo – , rendono il Kazakistan meta preferenziale degli imprenditori italiani.